LA SPIRITUALITA’ DEI TRE PASTORELLI

“Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite. A chi è come loro appartiene infatti il Regno di Dio”( Mc.10.13).

“Se non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei cieli”( Mt. 18,3).

” Gesù, esultò di gioia nello Spirito Santo e disse:- Ti benedico Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.( Lc.10.21).

Lucia, Giacinta e Francesco sono nati e cresciuti ad Alijustrel, piccola frazione di Fatima, dove gli abitanti del paese, all’epoca un centinaio, era prevalentemente dedita all’agricoltura e alla pastorizia.

Le famiglie erano unite da una fede semplice ma profonda, e le loro giornate erano scandite dalla preghiera, dai lavori dei campi e nei pascoli. La recita quotidiana del Santo Rosario, concludeva la giornata, riunendo tutta la famiglia dai più grandi ai più piccoli attorno al focolare.

Al tempo delle apparizioni della Vergine, Lucia Dos Santos aveva dieci anni, mentre Francesco e Giacinta, fratelli tra loro e cugini di Lucia, rispettivamente di nove e sette anni.

L’elemento che accomuna i tre fu: l’ascolto, la perseveranza nella preghiera, l’amore al sacrificio per i peccatori, la fedeltà alla parola data alla Madonna, anche a costo della vita minacciata di morte il 13 agosto. Una fedeltà capace di resistere a due giorni di prigione e di superare anche la paura della morte che fu loro prospettata in modo violento.

Francesco, che prima delle apparizioni, snobbava la recita del Santo Rosario proponendo la recita ridotta delle Ave Maria, dopo le apparizioni sviluppa una intensa devozione eucaristica, preferendo stare in chiesa davanti al tabernacolo piuttosto che fare altro. “…Resto vicino a Gesù nascosto…per consolarlo, tenergli compagnia, riceverlo nel cuore“. E quando, perché malato non poteva andare in chiesa, diceva aa Lucia che andando a scuola passava a salutarlo: ” Senti, vai in chiesa e porgi i miei saluti a Gesù nascosto. Ciò che mi rattrista di più è non poterci andare e stare un po’ di tempo con Lui”.

La vita di Francesco fu brevissima, trascorsa sulla terra come un lampo.

Giacinta, piccolo fiore di Maria, capace di offrirsi totalmente al Signore anche attraverso sacrifici sproporzionati per la sua età, tanto che dovette intervenire la Madonna per dirle di non portare il cilicio di notte. Capace di vivere la malattia che la porterà presto alla morte, con fortezza e disponibilità avendo come scopo la conversione dei peccatori, così come la Vergine aveva chiesto. ” Soffro molto, ma offro tutto per la conversione dei peccatori e per riparare il Cuore Immacolato di Maria”. Anche lei mori a soli 10 anni, a causa di una pleurite purulenta. “La Madonna mi ha detto che andrò a Lisbona in un altro ospedale, che non rivedrò né te Lucia, né i miei genitori; che dopo aver sofferto molto morirò da sola, ma che non devo aver paura, perché verrà Lei a prendermi e a portarmi in Cielo”. Così avvenne il 20 febbraio 1920.

Francesco e Giacinta sono stati proclamati beati, il 13 maggio 2000 durante l’Anno santo dal papa S. Giovanni Paolo II.

Lucia, a differenza di Francesco e Giacinta, ha vissuto a lungo, essendo morta il 13 febbraio del 2005 alla veneranda età di 97 anni. Dopo la morte dei suoi cuginetti, imparò a leggere e a scrivere e all’età di 18 anni si consacrò presso le suore di s. Dorotea a Pontedevra e successivamente a Tuy, in Spagna. Nel 1948 entrò in clausura nel monastero carmelitano di Coimbra, realizzando finalmente un suo costante desiderio. Nella sua lunga vita è stata nel silenzio, nascondimento, umiltà testimone dei fatti di Fatima, raccolti e messi per iscritto per obbedire alle autorità ecclesiastiche che glielo chiesero espressamente. A Lucia, la Madonna affidò una missione: stabilire nel mondo per volere di Dio, la devozione al suo Cuore Immacolato e la devozione dei primi 5 sabati del mese. Questa missione costituì lo scopo di tutta la sua vita.